Palloni, vasetti, fustini, flaconi: tutti con almeno 40 anni di vita, tutti rigorosamente in plastica, tutti rifiuti “spiaggiati” a cui Enzo Suma ha dato una nuova missione, ovvero sensibilizzare sul problema dell’inquinamento da plastica e promuovere un uso più consapevole e responsabile di questo materiale.
Il racconto degli oggetti, la ricerca della loro storia hanno una capacità di penetrare nell’immaginario e nella sensibilità delle persone maggiore rispetto agli avvisi cui siamo abituati (e che, infatti, spesso disattendiamo).
Dai palloni di Italia ’90 alle coppette di gelato del 1972, dalle formine per budini degli anni Sessanta al contenitore del formaggio, quello di Archeoplastica è un racconto del nostro paese, delle nostre abitudini e di un certo design.
Con il progetto Archoplastica, dal 2018 sono stati selezionati oltre 500 rifiuti, datati dai 30 agli oltre 50 anni fa, per realizzare un museo virtuale online e diverse mostre che diventano un pretesto per raccontare una storia senza fine, quella della plastica, immortale, che si accumula sempre di più nei nostri mari. La conoscenza e la consapevolezza del problema sono gli elementi necessari che portano al cambiamento di ciascuno di noi nell'uso quotidiano della plastica. Per saperne di più sul progetto Archeoplastica visita il sito www.archeoplastica.it
Per le classi è richiesta la prenotazione (per la diponiblità di giorni e orari vedere sotto).
L’accesso individuale alla mostra è libero nei seguenti giorni e orari:
- mattino 9.00 – 12.00 (giovedì, venerdì e sabato)
- pomeriggio 14.30 – 18.30 (lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì)
Le prenotazioni sono chiuse per questo evento.
